Avevo 15 anni quando, per sfidare mia madre, per ripicca, per vendetta, decisi di morire eliminando il cibo.
Ma ero troppo golosa di cibo per non mangiarne, così pensai, se mi riempio come una botte da far scoppiare lo stomaco, arriverò a vomitare tutto! Per fare ciò mi aiutai con pane e tanta acqua, così mi era più semplice rigettare tutto il cibo nella spazzatura! Iniziai questo percorso, senza immaginare dove mi avrebbe condotto.
La mia vita da quel momento si riempì di sensi di colpa quotidiani e questo nascondere mi faceva sentire non vera, non sincera verso me stessa e gli altri, creando una sorta di sudditanza nelle mie relazioni. Per una vita mi sono sentita sempre da meno, non abbastanza, non all’altezza! Tutti mi chiedevano “Dove metti tutta quella roba che mangi?”, io rispondevo “In bagno”!
Col tempo mi resi conto che la motivazione era cambiata, ora avevo scoperto che restando magra potevo essere forse attraente, per cui mantenni l’abitudine di vomitare; quando sapevo di non poterlo fare mangiavo pochissimo, per non provocare il mio stomaco a vomitare, che ormai necessitava di questo automatismo.
Nessuno per molti anni ha mai conosciuto questo segreto che mi portavo dentro; le amiche, gli amici, i parenti, neanche l’uomo che poi divenne mio marito. Solo nei nove mesi di gravidanza smisi di vomitare per tutelare il mio bambino, poi ripresi. Arrivai così a toccare il mio primo fondo, quando mi separai.
Mi feci aiutare da professionisti e smisi di vomitare, ma la compulsione col cibo ormai era parte di me e rimase. Incontrai sul mio percorso l’attuale mio compagno, senza sapere che avesse una dipendenza da alcool. Insieme a lui toccai il mio secondo fondo, così feci conoscenza del percorso spirituale dei 12 Passi con una fratellanza, quella di Al-Anon.
Il mio intento era tutto rivolto a sostenere il rapporto con il mio alcolista, che frequentando per tre anni A.A. smise di bere dal primo giorno in cui entrò nella stanza, era il 1 febbraio 1995. Ma io non feci mai programma, non avevo sponsor, non sapevo cosa volesse dire lavorare su di me, anche perchè ciò che mi aveva spinto in quella fratellanza era la dipendenza del mio compagno, non la mia! Ma la mia compulsione col cibo, gradualmente, mi portò a 25 kg. in più del mio peso, evidenziando un chiaro disturbo alimentare che però io, presuntuosamente, pensavo di riuscire a gestire.
Finchè arrivai a toccare il mio terzo fondo, quello che mi fece sprofondare nel buco nero. Una disgrazia in famiglia, quelle cose che pensi non ti toccheranno mai!! e invece no!!! perchè a me?? Mio fratello gemello si tolse la vita! La vita non mi apparteneva più. Ripresi a vomitare; la voglia di morire, di raggiungerlo era più forte di quella di restare qui! Nella testa una frase mi risuonava: che cos’è il dolore?
Mi destò da questo buco nero una frase di mio figlio “Mamma, torna, tu sei il mio punto di riferimento, se te ne vai io ti seguo!”.
E fu così che entrai nelle stanze di O.A., era il 4 aprile 2018!
Ero da raccattare, ricordo che per molte, molte riunioni non feci che piangere, ma mi fu consigliato di perseverare, e sentivo che lì era il posto giusto per me! Parlavano, dalle letture, di 3 pasti al giorno con in mezzo la vita! Mi colpì subito questa frase “In mezzo, la vita!” .
Avrei mai trovato la serenità nel mio cuore?
Misi in atto la mia nuova modalità di nutrimento, e in tre anni e mezzo persi 12 kg. semplicemente non mangiando più fuori pasto. Facevo servizio, leggevo letteratura, ma non riuscivo a trovare il coraggio di chiedere a qualcuno di farmi da sponsor, non facevo azione! Condividevo ciò che leggevo, ma non lo sentivo; come potevo portare il messaggio, la mia esperienza in OA, senza aver capito cosa volesse dire fare programma?
Così, finalmente feci azione, avevo una sponsor!
Da quel giorno, un Passo alla volta, lavorai sul programma e la mia visione della vita cominciò a migliorare. Seguendomi con pazienza e amorevolezza, lavorando sui Passi, la mia sponsor mi suggeriva che forse avevo bisogno di ulteriore supporto tramite professionisti. Fino a che mi resi conto che aveva ragione, per cui mi rivolsi a una psicologa e a una nutrizionista.
Ora ho raggiunto il mio peso forma, ora ho la consapevolezza di quanto il cibo coprisse i miei buchi emotivi; ora, grazie agli strumenti che O.A. mi offre, continuo a tenere pulita la mia parte di marciapiede, lavorando sui tre livelli: spirituale, fisico ed emotivo. Negli ultimi tre anni ho scoperto quanto la meditazione e la preghiera mi aiutino a mettermi in contatto con un Potere più grande di me e comincio sempre più ad essere nell’affidamento!
Tutto questo lo devo a O.A. e portare il messaggio ora mi è più semplice, perché, come dicono in OA, noi siamo il messaggio!
Non avrei mai pensato con i miei 69 anni di riuscire a provare tanta serenità e amore dentro!
La mia gratitudine è immensa!