Da quando frequento OA sono successe queste cose:
- Ho imparato che in tutte le situazioni e circostanze è il mio atteggiamento che determina le mie esperienze. Ho avuto in dono la possibilità di scegliere; un “atteggiamento di gratitudine” è quello che mi serve di più.
- Sto imparando le gioie della preghiera con la meditazione quotidiana. Se ho una vita spirituale tutto ha un senso, ogni cosa è “buona” e, quindi, ho meno timore di sbagliare e di prendere decisioni. Provo a fare l’affidamento, chiedo distacco, coraggio e pazienza. L’aiuto arriva, talvolta sotto forme inconsuete ed in momenti impensati, ma.… davvero basta che faccia del mio meglio e lasci andare. Pian piano inizio a pregare un poco di più, “a non chiedere” e ad essere umile.
- Godo dell’accettazione incondizionata degli altri membri dell’associazione, e, parallelamente, la mia accettazione degli altri nei gruppi è aumentata moltissimo.
- Ho preso l’impegno di trattarmi bene, cosa che comporta consumare pasti equilibrati e astinenti, esprimere subito i miei sentimenti, trovare il tempo ogni mattina per la preghiera e la meditazione, e frequentare regolarmente le riunioni OA. Ho ridefinito i miei standard ed ora cerco il progresso, non la perfezione. E mi sento bene con me stessa (sono contenta di me!).
- I rapporti con mio marito e i miei figli sono rifioriti alla luce dell’astinenza.
- Ho perso 20 kg e sto ancora diminuendo. Per la prima volta nella mia vita ho la speranza di restare magra finché continuo a seguire i passi ed usare gli strumenti.
- I periodi “no” mi aiutano a crescere, e poi passano.
- Ho imparato che va bene dipendere da altri. Il programma di recupero OA non funziona da soli. Ho bisogno del mio Potere Superiore, del mio sponsor e dei molti amici OA che condividono il loro amore e la loro esperienza di recupero.
- Affrontare la vita “un giorno alla volta” ed affidare i problemi al Potere Superiore, elimina stabilmente paura e preoccupazioni dalla mia vita. Sto imparando a distinguere le cose di cui sono responsabile da quelle che non sono di mia responsabilità.
- Con il dono di una serenità inestimabile ho realmente sperimentato la libertà dalle catene del mangiare compulsivo. Ogni giorno divento più consapevole degli innumerevoli motivi di gratitudine nella mia vita. OA mi ha aiutato ad apprezzare l’avventura di vivere. Grazie a questo programma dei Dodici Passi la mia vita è memorabile, non miserabile. L’atteggiamento più sano che apprendo piano piano in OA mi dà la possibilità di crescere nel perdonarmi, di volermi bene e di volerne agli altri, di scoprire il gusto della vita e non l’amaro sapore del cibo.
- ho imparato che le vecchi abitudini possono sempre tornare se lo permetto io.
- ho vissuto sulla mia pelle che brucia di + il dolore di un’abbuffata che la fatica di fare del mio meglio per non abbuffarmi.
- le energie che si ricaricano con l’astinenza e la fiducia nel Potere Superiore mi servono per lavorare sul lato emotivo che è quello che ora meno accetto, perché emergono delle emozioni e dei difetti di carattere che non sopporto di avere e che non sono in grado di gestire serenamente;
- che sono malata, ma non è un dramma. Non sono sola ed ho avuto la fortuna di poter scegliere se recuperarmi o consegnarmi alla malattia;
- che l’approccio alla mia vita è cambiato. Se prima mi arrabbiavo quando i programmi fatti saltavano, ora, nonostante lo scompenso dell’imprevisto e le preoccupazioni, provo a rimettere la rabbia al giusto posto praticando il distacco, nella persuasione che non sono l’artefice di tutto, che sono impotente anche dopo aver fatto del mio meglio perché ci sono 1000 incognite tra cui il caso (che ho sentito definire “Quando il Potere Superiore non si firma”) e, se le cose non vanno in modo diverso, andranno “comunque nel migliore dei modi” perché gli eventi volgano per il mio bene.
- che quando subisco un torto/sgarbo non ne soffro come una volta. Anziché mangiare mi sfogo, prendo il distacco, perdono e manifesto i sentimenti che provo alla persona che mi ha ferito.
- vedo che esteriormente la mia vita non è cambiata granché. I problemi ci sono immancabilmente, così le preoccupazioni, le arrabbiature, e… uffa, le persone sono sempre le stesse, ma sono io diversa.
Una nuova accettazione
I primi anni di OA soffrivo di questo brutto sentimento che non mi permetteva di vivere liberamente il mio corpo in mezzo agli altri. Ho dovuto fare un lunghissimo lavoro su me stessa e, soprattutto, analizzare ogni parte del mio corpo, dalla testa ai piedi, con il mio sponsor e il quarto passo per iscritto. Fu quasi un esame di anatomia su me stessa. Naturalmente, a parte i piedi, gli occhi e i capelli, il resto era da buttare via: tutto da rifare, ma questo non era possibile. Avrei mai potuto dire a mia madre: “Senti facciamo una bella cosa… io muoio e tu mi partorisci di nuovo, ma più o meno come Monica Bellucci”? Non avevo scampo, alcuni sogni si possono raggiungere, altri sono impossibili. Decisi così che mi sarei dovuta accettare per quello che ero. Naturalmente, da vomitatrice, nella prima fase del mio recupero ero molto sottopeso, il mio corpo era un bastone, privo di curve femminili, di armonia, ero pelle e ossa. Così mi sono accettata ma ho lavorato sul mettere peso per avere una giusta forma. Dopo la gravidanza sembravo trasformata in uno di quei bidoni della spazzatura, secca sotto e più larga sopra, senza fianchi: solo ammasso di grasso informe. Certamente il programma dice di accettarsi così come siamo oggi, ma questo è solo il primo anello, perché il rischio di accettare il sovrappeso per me può significare restare ferma, non fare programma, non essere parte di un cammino in recupero. Così ho dovuto metterci dell’azione, iniziare un nuovo modo di fare programma, perché non avevo mai avuto chili di troppo. È stata molto dura, ma ce l’ho fatta, come sempre… Quello che voglio comunicarvi è che sia quando ero magra, che poi in sovrappeso ed ora nel mio peso giusto, l’ossessione estetica non mi ha mai abbandonato totalmente… Ho ancora le mie fissazioni fisiche, ma adesso vado al mare con grande piacere, mi sono rimessa il due pezzi, cammino sulla spiaggia in costume tranquillamente, mi godo il sole, gioco con mia figlia e con gli altri bambini e anche in città vesto un po’ più attillato anche se so di essere più esposta a visioni e giudizi sul mio corpo, ma da mangiatrice compulsiva cerco di non indossare cose azzardate e sono ipercritica nei miei confronti davanti allo specchio, ma questo mi permette anche di sentirmi poi a mio agio ed in sintonia con il mio corpo in mezzo agli altri. Auguro a tutti di arrivare ad un’accettazione con amore verso il proprio corpo e di sfidare la propria ossessione con ironia perché a volte occorre darsi una pacca sul sedere per andare avanti e chiudere un occhio sul proprio corpo, come quando capita di mangiare un boccone di troppo… Mi chiamo XXX e sono un mangiatore compulsivo. Questa piccola semplice frase ha cambiato la mia vita letteralmente e mi ha portato la salvezza dove prima c’erano disperazione e follia. Devo tutto questo ad OA e oggi sono qui a testimoniarlo, con profonda gratitudine. Ho incontrato OA nel 1998, prima non ne avevo mai sentito parlare, l’ho letto sul giornale proprio quando ne avevo bisogno, come se quel trafiletto di carta fosse già una promessa del destino. Per me ha rappresentato il miracolo, OA è stato il luogo nel quale per la prima volta mi sono sentito bene, in cui ho potuto essere me stesso ed essere amato senza richieste o condizioni. Sono grato per l’affetto che ho ricevuto la mia prima volta, oggi capisco che era del tutto gratuito, è stato quello che mi ha fatto tornare, insieme al bisogno. Quel primo incontro e tanti altri dopo sono stati per me come magici. Entravo in quella stanza senza un’idea, spesso più confuso che mai e tante volte in crisi o scoraggiato e ogni volta accadeva qualcosa, magari veniva letto qualcosa che mi dava conforto, oppure veniva detto qualcosa che mi colpiva, era come se s’innescasse sempre una risposta ed io ero lì a meravigliarmi. Ogni volta, com’era possibile quella magia? Ci tornavo anche per questo, era diventata quasi una sfida, era la prima volta che una cosa mi faceva solo del bene, senza chiedere nulla in cambio e faticavo a crederlo. Ero diffidente e mi chiedevo spesso dove fosse la fregatura, se ci fosse qualche inganno, ma era tutto vero e visibile, potevo toccarlo e farne parte. Ero parte del gruppo come gli altri ed era solo perché ero me stesso, perché ero un mangiatore compulsivo. La mia vita non è solo cambiata perché ho smesso di vivere nel buio e di usare il cibo come mio unico conforto. In OA sto imparando che esistono soluzioni migliori e più vicine al mio bisogno di stare meglio, piuttosto che riempire i miei vuoti mangiando fino a non pensare più. È come se la vita mi fosse stata restituita, come se prima io non avessi davvero vissuto. Sto imparando che sono ammalato nello spirito oltre che nel fisico e che non mi basta controllare il cibo per ritrovare la serenità. Sto imparando che sono pieno di difetti che mi impediscono di avere rapporti sani con gli altri e con me stesso e che sono responsabile per ogni cosa che riguarda la mia vita perché non sono la vittima di nessuno, come invece mi piace credere. In OA ho imparato che esiste il recupero. Sono astinente dal mangiare compulsivo e provo ogni giorno ad impegnarmi nel recupero facendo i passi, anche se non sempre ci riesco. Se mi ricordo com’ero quando sono arrivato la prima volta, quanto mi vergognassi, quanto stessi male mentalmente e fisicamente, quanto avessi bisogno di aiuto, mi viene da piangere. Ricordo quel Guido spaventato e smarrito, pieno di dubbi, di paure e di bisogni, in cerca di aiuto, che ha incontrato OA. Se avessi trovato altro forse sarei morto e non sarei qui a dirvi grazie. Mi avete salvato la vita e per questo vi ringrazio. Mi avete voluto bene anche quando non me ne volevo e mi avete insegnato a sperare in un miglioramento che non osavo più credere. In OA ho sentito di avere speranza. Ringrazio tutti, dal primo all’ultimo, perché da tutti ho imparato qualcosa e ricevuto un dono. Questa è la mia casa sicuramente, e la mia gratitudine ha uno scopo. Sento che il mio scopo oggi è quello di essere presente ed essere la testimonianza del fatto stesso che vivo. Buone 24 ore a tutti noi.
La mia esperienza di bulimia e anoressica
Iniziata per caso molti anni fa, pensavo all’inizio fosse un rimedio eccezionale che finalmente avrebbe portato serenità nella mia vita…diventavo magra, il mondo mi avrebbe accettata e probabilmente un uomo mi avrebbe amata davvero…era l’inizio di quella che paradossalmente sembrava alla mia mente malata la medicina al mio mal di vivere; era una malattia ma allora mi sembrava la mia migliore amica…si chiamava alternativamente anoressia oppure bulimia ma di fondo erano figlie della stessa mamma…che senza troppi eufemismi mi viene da chiamare…morte…sì mamma morte perché di bulimia o di anoressia si può morire. L’anoressia è il rifiuto progressivo di nutrirsi e la bulimia il non poter smettere di nutrirsi. Entrambe hanno un elemento comune, il vuoto. Nell’anoressia è ricercato nell’eliminazione progressiva del cibo e delle relazioni, gestibile con un controllo tenace che dà un delirio di onnipotenza. Nella mia esperienza posso dire che era quasi come se mi sentissi in gamba perché ero capace con le mie forze e la mia mente di controllare il peso in maniera scientifica e di vivere anche completamente sola. Una specie di eroina del mondo capace di sopportare quantitativi di lavoro eccessivi e sforzi fisici nonché il freddo che mi apparteneva anche nelle giornate calde. Questa amica quando mi ha tolto ogni forza mi ha fatto conoscere la bulimia che mi consentiva di riempire il medesimo vuoto divenuto insopportabile con tonnellate di cibo mediante il ricorso a condotte eliminatorie, il vomito e il movimento esagerato. Una gabbia inizialmente dorata e poi arrugginita di impotenza e dolore. Dopo molti anni, che grazie al mio Potere Superiore che per me è Dio, non mi hanno portata alla morte, ho capito che questa malattia è grave proprio perché chi ne è afflitto non riesce a riconoscerla come tale e perché in realtà è una stampella proprio come lo è ogni dipendenza e aiuta a gestire gli aspetti emotivi e relazionali che in realtà giacciono altrettanto malati al di sotto dei sintomi dell’anoressia e della bulimia. Sono una medicina velenosa tolta la quale occorre prendere in mano piano piano tutto quello che ha anestetizzato. Mi sono resa conto in un passato relativamente recente che all’età di 55 anni, pur non essendo nella situazione di maggior gravità vissuta e dopo anni di terapie di varia natura combatto ancora con una parte di me che rema contro e mi vuole sottopeso dopo anni di malattia grave in cui sono passata attraverso tutte le taglie…La malattia è sempre presente ma soprattutto ho capito che si manifesta anche nelle relazioni e che quindi va affrontata anche dal punto di vista emotivo e spirituale. Ed ecco un miracolo! Dio mi ha fatto un dono, nel suo grande amore che è più forte della malattia, mi ha fatto conoscere OA e il programma di lavoro sui 12 passi. Per prima cosa nel gruppo ho sentito testimonianze di tante persone nelle quali mi sono riconosciuta quasi sempre per qualche aspetto e questo mi ha fatta sentire meno sola. In più molte di quelle persone avevano negli occhi la serenità e la vitalità che il lavoro sul programma dei 12 passi, semplice ma nello stesso tempo serio ed impegnativo, aveva loro donato. Persone che mi hanno accolta ognuna con la loro modalità e con le quali ho deciso di camminare perché il loro sguardo forse potrà essere anche il mio! Non sempre le giornate sono semplici ma ora c’è una strada che so essere la strada della Vita dove non sarà così importante che taglia porterò ma sarò sana, avrò un peso sano e tra un pasto e l’altro ci sarà la VITA che è molto altro e che ha gli occhi di Dio. Quello che è fondante in OA è da un lato che non esiste una dieta ma l’acquisizione di un comportamento sano nei confronti del cibo e nello stesso tempo un lavoro su quanto è sotto quella che spesso chiamiamo nei gruppi punta dell’iceberg, cioè quello che c’è sotto il problema cibo/peso. Anche chi è entrato pensando unicamente di provare un approccio diverso all’obiettivo peso sano laddove ogni altra dieta era fallita, ha scoperto che in realtà avrebbe continuato molti anni e a volte tutta la vita a lavorare sul programma che un giorno alla volta va ad analizzare ogni aspetto della propria persona perché non siamo fatti di solo corpo ma anche di mente e spirito. L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa non riguardano solo il nostro corpo che ne porta le tracce visive ma anche la nostra interiorità che molto spesso non abbiamo avuto modo di conoscere forse proprio perché ne avevamo talmente paura che la soffocavamo con i sintomi fisici. Personalmente scopro man mano che proseguo che possiamo pian piano diventare i nostri migliori amici senza avere paura di alcuna parte di noi. Non siamo soli, c’è sempre con noi un amico o una amica OA che ci accompagnano. Col tempo troveremo anche uno o una sponsor, una persona recuperata che ci potrà guidare senza giudicarci ma trasferendoci la sua esperienza e last but not least come dicono gli anglofoni, ci sarà sempre più evidente la presenza del nostro Potere Superiore. Da ultimo…non si spaventi chi non è credente!!! Il Potere Superiore per molti non è Dio in senso religioso classico ma…esiste…non ve lo dico dove…lo scoprirete lavorando i passi e vi sorprenderà.
Benvenuti/e in OA. Sì ci sono uomini e donne per chi in quanto uomo avesse qualche remora!